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Profilo della sanità 2025 - Italia. Una lettura critica in chiave odontoiatrica.

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  • 21 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Profilo della sanità 2025 - Italia, elaborato dall’OCSE e dall’European Observatory on Health Systems and Policies


SIOD - Sindacato Italiano Odontoiatria Democratica


Il Profilo della sanità 2025 - Italia, elaborato dall’OCSE e dall’European Observatory on Health Systems and Policies (Scarica il documento) nell’ambito del ciclo State of Health in the EU, rappresenta uno dei documenti più autorevoli a disposizione dei decisori pubblici europei. Il rapporto non è un semplice esercizio descrittivo, ma uno strumento di indirizzo politico, utilizzato per valutare le performance dei sistemi sanitari nazionali, orientare le riforme e allocare le risorse pubbliche.


Pur non dedicando un capitolo specifico all’odontoiatria, il documento fornisce dati e analisi che rendono evidente la marginalizzazione strutturale della salute orale nel Servizio Sanitario Nazionale, nonché le conseguenze sanitarie, sociali ed economiche di questa impostazione.


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Nel 2023 la spesa sanitaria italiana si è attestata all’8,4% del PIL, un valore sensibilmente inferiore alla media dell’Unione Europea. Ancora più rilevante è il dato sulla spesa pro capite, inferiore di circa il 19% rispetto alla media UE, con una copertura pubblica pari al 73%, contro l’80% europeo. Questo sottofinanziamento strutturale incide in modo selettivo sui settori non considerati prioritari, e l’odontoiatria è tra quelli maggiormente penalizzati.


Il rapporto evidenzia come una quota rilevantissima della spesa sanitaria privata sostenuta direttamente dai cittadini sia assorbita dalle prestazioni odontoiatriche. Circa il 30% dell’intera spesa sanitaria out-of-pocket in Italia riguarda cure dentistiche, rendendo l’odontoiatria una delle principali voci di spesa sanitaria privata per le famiglie italiane. Questo dato assume un significato ancora più rilevante se associato all’elevata incidenza della spesa sanitaria catastrofica, che in Italia colpisce una quota di famiglie superiore a quella registrata nella maggior parte dei Paesi dell’Europa occidentale.

La limitata copertura pubblica delle cure odontoiatriche si traduce in una rinuncia alle cure che colpisce in modo sproporzionato le fasce più fragili della popolazione. Nel 2024 una parte non trascurabile della popolazione adulta ha dichiarato di non aver potuto accedere a cure dentistiche necessarie per motivi economici, logistici o legati ai tempi di attesa. Il fenomeno è particolarmente marcato tra le persone a rischio di povertà, che presentano un tasso di bisogni odontoiatrici insoddisfatti quasi triplo rispetto alla popolazione generale. Nessun altro ambito dell’assistenza sanitaria mostra un divario socioeconomico di tale entità.


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Questi dati confermano che l’esclusione dell’odontoiatria dai Livelli Essenziali di Assistenza per la popolazione adulta non è una scelta neutra, ma un fattore strutturale di disuguaglianza sanitaria. La rinuncia alle cure dentistiche non comporta solo un peggioramento della salute orale, ma produce effetti a cascata sulla salute generale, sull’uso improprio delle prestazioni urgenti e sull’aggravarsi di patologie croniche.

Il paradosso che emerge dal Profilo sanitario 2025 è particolarmente evidente se si considera che l’Italia ottiene risultati eccellenti nella riduzione dei ricoveri ospedalieri evitabili e nella gestione territoriale delle cronicità, ma continua a trascurare sistematicamente la prevenzione odontoiatrica, nonostante l’ampia evidenza scientifica che collega le patologie orali a diabete, malattie cardiovascolari, complicanze della gravidanza e fragilità dell’anziano.


Il documento richiama inoltre l’attenzione sull’elevato consumo di antibiotici in Italia e sulle criticità legate alla resistenza antimicrobica. Anche in questo ambito l’odontoiatria riveste un ruolo tutt’altro che marginale, poiché una quota significativa delle prescrizioni antibiotiche avviene in ambito odontoiatrico, spesso in assenza di percorsi strutturati di stewardship e di integrazione con la medicina territoriale. Investire nella prevenzione e nella diagnosi precoce in odontoiatria significherebbe ridurre il ricorso a terapie antibiotiche tardive, con benefici sanitari ed economici di lungo periodo.


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Il tema delle liste d’attesa, centrale nel Profilo sanitario 2025 e oggetto del nuovo Piano Nazionale per la Gestione delle Liste d’Attesa 2025-2027, rappresenta un ulteriore elemento di riflessione. Il piano prevede un maggiore coinvolgimento del privato accreditato quando il pubblico non è in grado di garantire le prestazioni nei tempi previsti. Tuttavia, l’odontoiatria resta di fatto esclusa da questi meccanismi, nonostante rappresenti uno degli ambiti con maggiore domanda inevasa e con il più alto ricorso alla spesa privata diretta.


Il quadro delineato dal rapporto OCSE-UE rafforza con dati indipendenti e comparativi alcune considerazioni che il SIOD sostiene da anni. La salute orale non può più essere considerata una prestazione accessoria o un bene di consumo individuale, ma deve essere riconosciuta come componente integrante della salute pubblica. L’attuale modello, basato su una copertura pubblica minima e su un massiccio ricorso alla spesa privata, produce disuguaglianze, rinunce alle cure e costi futuri evitabili per il sistema sanitario.


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Il Profilo della sanità 2025 - Italia non è un documento di parte né un manifesto sindacale, ma un’analisi indipendente fondata su dati OCSE e UE. Proprio per questo rappresenta una base tecnica solida e difficilmente contestabile per avviare un confronto serio sull’integrazione dell’odontoiatria nelle politiche sanitarie nazionali, sul ruolo del privato accreditato territoriale e sulla necessità di programmi strutturati di prevenzione odontoiatrica.


Ignorare la salute orale significa accettare disuguaglianze evitabili e costi futuri crescenti.

Integrarla nel Servizio Sanitario Nazionale significa investire in equità, sostenibilità e salute complessiva della popolazione.

 
 
 

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