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La nostra linea sindacale nei confronti delle colleghe donne.

La presenza femminile in odontoiatria è in continuo aumento.

 

Dai dati FNOMCEO aggiornati del 2020 le donne rappresentano il 27% dei dentisti. Tuttavia nella fascia di età 25/29 anni il rapporto è quasi paritario.

Forti disparità esistono invece nelle posizioni di leadership per le difficoltà delle colleghe a conciliare vita familiare e professionale. 

Una quasi parità fra i sessi che parte dai numeri ma non si riflette in tanti altri aspetti della vita professionale:  sicurezza sul posto di lavoro, carriera, rappresentanza, retribuzione, merito. Tutti temi su cui c’è ancora molta strada da fare per ridurre la differenza di genere.

“Quando si parla di femminilizzazione della professione diventa difficile scovare qualche dato positivo”. A dirlo è Anna Maria Calcagni, una delle due sole donne del consiglio d’amministrazione Enpam e presidente dell’ordine dei medici  e degli odontoiatri di Fermo. “Di fatto le donne guadagnano molto meno rispetto agli uomini – fa notare Calcagni – e il reddito medio femminile, più basso del 27% rispetto a quello dei colleghi, non cresce nel tempo”.

“Women belong in all places where decisions are being made “ è la citazione famosa di una pioniera americana della parità di genere, Ruth Bader Ginsburg deceduta lo scorso 18 settembre.

E’ importante che una professionista possa diventare serenamente mamma avendo a disposizione opzioni che le consentano di conciliare vita e professione. 

Attualmente questa è la tutela della genitorialita’ da parte del nostro Ente previdenziale:

“L’ente corrisponde un’identità indennità di maternità per i periodi di gravidanza e puerperio comprendenti i due mesi antecedentise la data presunta del parto e i tre mesi successivi alla data effettiva di esso.. l’indennità è calcolata in misura pari all’80% di cinque dodicesimi del reddito professionale percepito e denunciato ai fini fiscali...nel secondo anno precedente a quello dell’evento”-Regolamento Enpam a tutela della genitorialita’-Capo II,art.2

Importo minimo garantito è di 5.068, 57 euro ( 1.013,6/mese)

“ qualora il reddito ..sia inferiore a 18.198 euro, l’Ente provvede ad erogare un’ulteriore prestazione..pari a 1.011 euro..”.

 

Per quanto riguarda i sussidi a sostegno della genitorialita’ (capIV art.10 ) “.. l’Ente può riconoscere un sussidio per agevolare la fruizione di servizi di baby sitting e ..dei servizi per l’infanzia entro i primi 12 mesi di vita del bambino..” ( 1.500,00€ lordi). Tuttavia è vincolato a una soglia di reddito (reddito lordo annuo medio degli ultimi tre anni, di qualsiasi natura e dell’intero nucleo familiare non superiore a 8 volte il trattamento minimo Inps(53.567,28 euro)

L’indennita’ per la Gravidanza a rischio (Capo I, Art.8 ) è di € 33,5/gg cioè 1.005,00€/ mese “..per un massimo di 6 mensilità previa astensione effettiva dall’attività lavorativa..

 

L’età media delle donne italiane alla nascita del primo figlio nel 2018 erano 31.2 -Eurostat “Mean age of women at birth of first child “.

Si desume che mediamente l’indennità di maternità fa riferimento al reddito dei primissimi anni di attività lavorativa e diventa ancora più irrisoria se la donna desidera più di un figlio, considerato che la capacità reddituale di una libero professionista che affronta la gravidanza e la gestione del neonato/bambino si riduce sensibilmente.

L’indennita’ dei 5 mesi di maternità dovrebbe sempre e comunque consentire alla collega di poter pagare un odontoiatra che la sostituisca per garantire la continuità dell’attività libero professionale e non perdere la fidelizzazione dei pazienti, prescindendo dal reddito dichiarato nei due anni antecedenti. 

I sussidi per i servizi babysitting e servizi per l’infanzia dovrebbero essere una possibilità di tutte le colleghe e non vincolata ad una soglia di reddito familiare ( anche molto basso che di fatto ne limita molto l’accesso).

Consideriamo inoltre che la libera professione odontoiatrica non può essere minimamente svolta in smart working, ma richiede la

presenza fisica in sede, a differenza di altre professioni, tipo quella forense, che godono di opzioni simili alle nostre. 

“ L’Ente ha facoltà di stabilire con delibera del Consiglio di Amministrazione soggetta ad approvazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze un importo minimo più elevato considerate le capacità reddituali e contributive della categoria e la compatibilità con gli equilibri finanziari dell’Ente” Regolamento Enpam.

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